ChiaraScarfo.com
La superba modestia della corazza
La superba modestia della corazza

giovedì 21 aprile 2005 14.32


"Sotto le incandescenti stelle
sotto l'incandescente frutto
la strana esperienza della bellezza,
la sua stessa esistenza è soverchiante
e ti riduce in pezzi,
e ogni fresca ondata di coscienza
è veleno"

(Marianne Moore)



Non sono in molti a conoscere la teoria delle barriere, un gioco che consiste nel costruire una difesa che regga agli assalti esterni per una durata di tempo limitata. Si gioca in due. Si può scegliere di rimanere all'esterno ed essere l'aggressore, in tal caso si deve cercare di trovare il modo di superare la barriera. Altrimenti si può scegliere di rimanere all'interno ed essere il costruttore di barriere. In tal caso, non devi farmi entrare.

Protect me from ravagement
I'm ten years old
I don't know what to do


Chi non sa di un bosco in quella casa non la riconosce. Eppure lei si spoglia quando ha voglia o quando è stufa degli spifferi che le porte e le finestre non trattengono.
Chi non sa di un buco in quella casa non la riconosce. Eppure lei passa giorni interi a raccogliere le briciole di intonaco che gli angoli conservano.

Non sono in molti a conoscere la superba modestia della corazza, la barriera perfetta.


Protect me myself
I'm fourteen
There's nothing to do


Lei si muove veloce, i rumori sono quelli di ogni giorno, ed ogni giorno qualcosa lentamente muore. Le voci, sempre un attimo prima, cibo illeso davanti alla porta, ombre e luci del mattino a guardia delle entrate. Di notte i fuochi d'artificio si disegnano in cielo come piante rampicanti che faticano a salire più in alto.

L'insonnia come combattimento è una strana forma di esilio volontario.


Protect me yourself
I'm sixteen


Per ogni nuovo inizio non ci sono resti di placenta, nessuna
membrana da sollevare.

La lavatrice ha il suo respiro, e gli oggetti sono corpi laterali.


Protect me from starving
I'm eighteen


Non ricordo di averla incontrata pur desiderandone l'immagine.

Talvolta lei cerca di restare immobile mentre si lascia
scivolare verso il basso, non c'è attrito ne desiderio di caduta.
Più nuda del nudo non si afferra ne fronteggia il battagliare stanco.


Protect me you
I don't know what to do


La porta è sempre stata aperta




Chiara'SoundWorld



lunedì 25 aprile 2005 14.34




Scrivere del lavoro di Chiara è un'intrusione, quello che ci mostra basta, e quello che ci mostra è lei, non serve sapere molto altro. Un corpo, uno spazio chiuso, la sua casa, poi dieci secondi, sono il margine che la separa, da noi, da tutto ciò che resta intorno. Più simile all'attimo prima di venire che al fiato da tirare quando si torna a galla, i rovi nella pancia prima di uno sparo, il silenzio è trafitto e non ci sarà modo di ricucire ciò che per terra è in frantumi. Il suo spazio privato, marea che investe e separa, toglie e rifiuta, allaga e diluisce, non è la camera che guardando immaginiamo o riconosciamo, è quel tempo breve, e quel tempo è suono. Forme di vita da dieci secondi l'una, e noi li non possiamo entrare, siamo e saremo sempre prima o dopo. Li, abita da sola e ci invia messaggi, mentre si ritrova e si racconta con svogliata disinvoltura si regala. Noi non siamo così indispensabili, ed è un bene. Quello che ci mostra è di una evidenza sconcertante, la cui fascinazione proviene dalla strana forza che lei anima. Chiara abita una battaglia, indossando le sue ferite come indossa la propria nudità, non esibisce, non si esibisce. Lei nuda, più nuda del nudo.


Augusto Petruzzi



(Taranto 1972) Artista e scrittore, vive e lavora a Firenze, dove tra le altre attività collabora come consulente letterario e musicale per la Compagnia Teatrale Krypton ed è redattore per la rivista Drome magazine